From Zero to Hero: le simili storie di Butler e Jerebko

Lo svedese e l'ex Bulls hanno avuto una serata movimentata
20.10.2018 19:13 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
From Zero to Hero: le simili storie di Butler e Jerebko

Jonas Jerebko è tornato per la prima volta da ex a Utah, mentre Jimmy Butler, futuro ex dei Timberwolves, ha giocato per la prima volta di fronte al suo pubblico, a Minneapolis. Entrambi sono stati indiscussi protagonisti dell'ultima notte NBA. 

Lo svedese ex Biella, dopo un esordio incolore contro Oklahoma City, si è preso la rivincita contro i Jazz, dopo essere stato tagliato dai mormoni questa estate. Giocando come centro undersized, Jerebko si è fatto notare per due triple che hanno messo in crisi la difesa dei padroni di casa, già sotto la pressione del fuoco di Durant e Curry, ma la ciliegina sulla torta è stato il canestro decisivo a 0.2 secondi dalla fine, con cui ha deciso la sfida. L'ex Pistons ha giocato col fuoco dentro, rispondendo alle provocazioni di Joe Ingles e Donovan Mitchell, ed esultando davanti la panchina avversaria: fondamentali anche le provocazioni dei suoi compagni, che gli hanno ripetuto "loro non ti hanno voluto" per motivarlo ancora di più. "E' diventato uno di noi", ha dichiarato coach Steve Kerr.

Butler, dal canto suo, ha iniziato la gara contro i Cleveland Cavaliers ricoperto dai fischi dei suoi tifosi: sono bastati 5 possessi per tramutarli in applausi. L'ex Bulls ha continuato a dare il massimo, al punto da chiudere la partita con 32 punti, 7 rimbalzi, 4 recuperi, 3 assisti, e soltanto due tiri sbagliati, tanto da meritarsi i cori di MVP verso la fine della partita. Cori, che come i fischi, non sembrano influenzare il numero 23, che nel post partita ha dichiarato di dare il massimo a prescindere: “Ho un messaggio per tutto il Minnesota: non mi importa quel che succede. Possono anche continuare a fischiarmi: io continuerò sempre a dare il massimo. Sapevo che alla prima giocata di impatto i fischi si sarebbero tramutati in applausi. Ma ho apprezzato anche i fischi, davvero. Se vogliono fischiarmi va bene, io continuerò a giocare sempre duro, a fare tutto quello che posso per arrivare alla vittoria. Fischi, applausi, silenzio di tomba: non mi cambia, io ho un lavoro da portare a termine. Mi importa solo che la gente sappia che sono sincero in quello che faccio e dico e che quando scendo in campo faccio di tutto per vincere e per aiutare i miei compagni. Penso che a volte la gente ami odiarmi: possono dire quello che vogliono, la cosa mi fa solo sorridere, ma non possono non rispettare il mio sforzo”. Jimmy Butler e la sua mamba mentality non sono rimaste assolutamente influenzate dai tumulti recenti.