Difesa, testa e chiarezza dei ruoli: l'Olimpia è sbocciata nel derby

I biancorossi hanno dominato la serie con Cantù, ma Brescia porterà altre difficoltà
18.05.2018 11:13 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
Dairis Bertans
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© foto di Alessia Doniselli

Ecco l’Olimpia Milano, quella vera, quella attesa dall’inizio della stagione. E’ sbocciata a primavera, con l’inizio dei playoff, anche un po’ a sorpresa. Prima dei quarti di finale c’erano tanti timori, paura di replicare la debacle di Firenze o, quantomeno, di dover soffrire (e parecchio) nel derby con la Red October Cantù, invece la squadra di Pianigiani ha spazzato via i brianzoli nettamente, restando praticamente in vantaggio per tutti i 120 minuti delle tre gare, la maggior parte con ampie doppie cifre di distacco, un po’ come fece, sempre nel primo turno del 2004/05, la Milano di Lardo e di Djordjevic. 

L’EA7, oltre che per il talento e la profondità nettamente superiore, ha vinto la serie in difesa, non permettendo mai agli uomini di Sodini di correre e tenendo gli avversari ampiamente sotto la loro media stagionale: 87.3 punti in stagione regolare, 71 nei playoff. Poi in attacco la superiorità si è notata tutta, a maggior ragione contro una formazione con tanti problemi nel reparto arretrato, quasi mai capace di mettere granelli di sabbia nell’ingranaggio biancorosso. Però Milano l’ha vinta anche di testa, rispondendo ad ogni tentativo di rimonta degli avversari, piazzando subito un contro parziale per spegnere ogni velleità, anche nella bolgia del PalaDesio e non solo in casa. 

A livello individuale tutti hanno dato il loro contributo, pur con qualche passaggio a vuoto (vedi il Goudelock di gara 2 o il Micov di gara 3), ed in questo un aspetto importante l’ha avuto Pianigiani, con la decisione di chiarire i ruoli prima del via della serie, dando all’EA7 una sua fisionomia fissa, cioè quella che aveva portato alla serie di nove vittorie in fila. Pur rinunciando al talento di Theodore. Restano da limare quei blackout, quasi ininfluenti in questo quarto di finale, ma potenzialmente molto pericolosi contro squadre di maggiore profondità, come sarà già Brescia in semifinale e, ancor più, l’eventuale finale con Venezia. Che porteranno nuove difficoltà e soprattutto una difesa molto più solida di quella mostrata da Cantù. Ma la strada imboccata dall’Olimpia è quella giusta.