Banchi (di prova) e Forni (già roventi); cosa bolle in pentola a Torino?

Polemiche e dissidi nell'ultimo weekend tra la dirigenza e il nuovo coach, segnali di una rottura ancor prima del campionato?
20.08.2017 18:00 di Domenico Landolfo   vedi letture
Banchi (di prova) e Forni (già roventi); cosa bolle in pentola a Torino?

Con una squadra di tradizione come Torino c’è sempre grande tensione, frutto di quelle aspettative che solo in una grande piazza possono essere immaginate da società, addetti ai lavori e tifosi. La scelta di puntare su Luca Banchi era stata la chiave di un comune sentire di puntare in alto, di voler provare a riportare la città della Mole, che ha al suo fianco il colosso Fiat che è il simbolo vero della città piemontese, ma si sa che anche nelle migliori famiglie possono sorgere dei problemi, figli del grande impegno che tutte le parti vogliono metterci. Un coach è un po’ come uno chef che deve scegliere gli ingredienti giusti per produrre un piatto perfetto, ma quando tra responsabile di sala e cucina non c’è dialogo, rischia di venirne fuori un pastrocchio.

La polemica nasce da un’intervista che l’ex coach di Siena e Milano aveva rilasciato a “La Stampa” in cui ha parlato di divergenze sul mercato che sono sorte nel rapporto con la nuova proprietà, Parole che hanno fatto il giro della rete in pochi click tanto che la società ha ritenuto doveroso puntualizzare con una nota stampa quelle che erano le vere parole che si intendevano dichiarare, anche se la chiarezza era stata tanta. I panni sporchi si lavano in famiglia, ma quanto potranno incidere questi dissidi e fino a quando la frattura non diventerà insanabile?

La risposta è venuta “fuori” in un editoriale apparso oggi dalle pagine del “Tuttosport” con una precisa ricostruzione del rapporto tra la Famiglia Forni e Banchi, che dopo un contemperamento delle idee sui primi acquisti, sembrerebbe essere arrivata ad un turning point quando la Fiata era andata su Ebanks (poi finito a Siena) a cui il coach avrebbe risposto con la minaccia di dimissioni Una scissione che si è manifestata sul mercato con le tante trattative sfumate verso giocatori ad altissimi stipendi che non si sono concretizzate, che alla fine han portato alla firma di Patterson prima e Stephens poi che magari godono dell’incondizionata fiducia da parte della società, ma che lasciano visibilmente perplesso Banchi, che avrebbe preferito altri profili.

Lo status quo rimane ora in un equilibrio precario, in cui l’unica cosa chiara è che Torino ha grandi ambizioni, ma bisogna evitare di prendersi rischi inutile che non fanno altro che rovinare un club che vuole germogliare e portare a casa risultati. Chissà che questa tensione non serva a responsabilizzare le parti, a dare uno stimolo in più, ma più verosimilmente rischia solo di creare una spaccatura che alle prime sconfitte potrebbe vedere un avvicendamento, se di ragazzi sul parquet o di chi siede sul legno in panchina, questo è ancora da capire.