Jason Collins: il primo giocatore apertamente gay si ritira

In una lettera molto toccante e coinvolgente ha comunicato ufficialmente la sua decisione
19.11.2014 19:07 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Jason Collins: il primo giocatore apertamente gay si ritira
© foto di Jason Collins twitter

"Sapete qual è la vera distrazione e la vera difficoltà? Nascondere la propria essenza 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana e 356 all'anno. E' un lavoro a tempo pieno"




Queste sono le parole di Jason Collins, primo giocatore dichiaratamente gay dello sport professionistico americano che, all'età di 35 anni, ha appeso definitivamente le scarpe al chiodo.
 Lo ha fatto nel suo solito modo: con classe, eleganza e parole misurate, ma non per questo meno coinvolgente a livello emotivo.
Ha dato il suo annuncio ufficiale con una lettera pubblicata sul sito www.playerstribune.com, così come fece nell'aprile 2013 quando tramite uno scritto e Sports Illustrated rese nota la sua omosessualità.

Il suo processo è stato un'incredibile dimostrazione di forza spirituale e consapevolezza di non poter più mentire. Molte volte ha dovuto rispondere in modo evasivo ai compagni che lo interrogavano chiedendogli come mai non fosse mai uscito con una donna, qualche volta ha raccontato storie inventate per depistare ogni dubbio e con l'avvento dei social networks ha dovuto ancor più accrescere il proprio self control e la propria maschera davanti al mondo.

Durante il lockout del 2011 quando le distrazioni del basket erano lontane, ha passato tantissimo tempo in solitudine ad analizzare il suo rapporto con se stesso e con il mondo esterno. Ha trovato sollievo nel suo cane Shadow che lo ascoltava nei suoi monologhi sulla situazione personale e semplicemente gli era vicino come solo un animale può essere.
Quando ha deciso che questa vita nascosta gli stava troppo stretta ha voluto comunicare a tutti i suoi cari la notizia, parlandone prima a un amico a Los Angeles, poi alla zia Teri e infine alla famiglia e al fratello Jarron che è rimasto sorpresissimo dalla notizia. Non se lo aspettava ed è rimasto colpito da questa confessione, ma dopo quel momento ha portato il suo rapporto con il fratello a un livello ancora superiore, diventando davvero la cosa più importante per lui.

Quando la notizia è diventata di dominio pubblico Collins era perfettamente conscio che ci fosse la possibilità che non calcasse più un parquet NBA, ma proprio per questo si è allenato strenuamente per rimanere in ottima forma e far sì che la scusa che fosse fuori allenamento non potesse sussistere se mai una squadra lo avesse chiamato. Durante gli allenamenti ha ricevuto una telefonata da Tim Hardaway che aveva apostrofato in modo non simpatico John Amaechi quando aveva fatto outing qualche anno prima, salvo poi ravvedersi. Tim ci ha tenuto a dire a Jason di essere molto orgoglioso del suo coraggio e della sua onestà, dicendogli che avrebbe avuto tutto il suo appoggio.
Poi arriva la chiamata dell’ex compagno Jason Kidd a Brooklyn e la prima esperienza dopo l’outing. Da quel momento è stato solo basket. Nessuna distrazione, nessuna barriera da erigere e nessuna maschera da indossare.
“Quelli sono stati i migliori momenti della mia carriera NBA -ha detto- e non mi sono mai sentito così bene sia a livello fisico che a livello psicologico”.

Lascia il basket una grandissima persona. E per una volta verrà ricordato chi ha avuto il coraggio di essere uomo fino in fondo e non chi ha segnato più punti.

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